Psicoterapia individuale

La psicoterapia è un percorso clinico per superare il malessere personale, cambiare se stessi e il modo di essere in relazione con gli altri. Da sempre sono convinto dell’importanza della psicoterapia e, negli anni, ho avuto modo di confermare il profondo e ambizioso valore di questo percorso che per me è unico. Dico questo perché la psicoterapia sviluppa l’intuito dell’individuo, apre all’ascolto delle sue emozioni e favorisce le capacità esplorative soggettive, valori dell’essere umano per me fondamentali.

La mia esperienza mi ha mostrato che grazie alla psicoterapia diventiamo autentici, gestiamo le difficoltà con più fiducia e forza e costruiamo un nuovo senso di appartenenza, muovendoci tra dipendenza e autonomia. Potrei dire che grazie alla psicoterapia si sente la vita nelle proprie mani.

La durata di una seduta è di 50 minuti.

Approfondimenti

I sogni

Spesso si pensa che dormire sia un momento di riposo. Questo è un fatto soltanto in parte vero, perché l'organismo può avere un'intensa attività cerebrale a seconda delle fasi del sonno.
I primi studiosi di psicoanalisi, primo tra tutti Sigmund Freud, avevano ipotizzato che il sonno non fosse soltanto un momento positivo. Gli psicoanalisti dei primi del Novecento, infatti, sostenevano che il sonno allentava le difese psichiche dell'individuo, cosa assai pericolosa per l'omeostasi organica e psicologica, potremmo dire per la tranquillità dell’individuo. All'epoca si diceva che a causa dell'indebolimento delle difese psichiche allentate dallo stato di sonno, i propri desideri e tutto ciò che era stato dimenticato perché troppo doloroso e pericoloso per la coscienza, rischiavano di tornare alla luce. Questi vissuti erano nascosti nello stato di veglia tramite il più noto tra i meccanismi di difesa, la rimozione.
Come fare, quindi, affinché questi vissuti rimossi restassero tali anche durante il sonno?

La risposta è attraverso il sogno e la sua attività onirica durante il sonno. I teorici della psicoanalisi dell’epoca, infatti, ebbero un'idea piuttosto creativa. Il sogno esprime certi vissuti dell’individuo, ma allo stesso tempo non li mostra chiaramente. Li mostra, dicevano, ma in modo camuffato, distorcendone il contenuto. Il sogno viene comunemente considerato una specie di rebus, emotivamente carico ma fortunatamente indecifrabile per la coscienza. Si diceva cioè che il sogno era a servizio della rimozione e preservava il sonno della persona, evitandole un risveglio angoscioso a causa della mancata protezione della rimozione.

Attraverso agli attuali studi neuroscientifici, questa idea viene parzialmente rettificata. Il sogno esprime le emozioni dell’individuo, come per gli psicoanalisti dei primi del Novecento, ma la forma in cui si manifesta non è legata a vissuti rimossi che premono per emergere, ma semplicemente a uno stato organico del sonno. In questo stato l’individuo “parla” in quel tipico modo, raffigura immagini e costruisce dimensioni coerenti per quello stato della mente. Secondo le ricerche neuroscientifiche il sogno è un momento di trasformazione creativa a servizio della rigenerazione dell’organismo e dell'esperienza psichica dell'individuo. Il sogno, quindi, è una storia prodotta dall’individuo, carica emotivamente e ricca di vissuti espressivi. L’individuo è l’autore di questo racconto, che si potrebbe definire una forma d’arte, in quanto non condizionato dalla razionalità dello stato di veglia. Il sogno, in altri termini, nutre l’individuo.

In che fase del sonno si sogna?
Il sonno viene suddiviso in due ampie fasi generali, la non-REM e la REM.
Introduco subito la fase REM (anche se avviene dopo la non-REM) perché è questa la fase di grande importanza endogena di cui stiamo parlando, la fase in cui si sogna, la fase in cui l'organismo chiude le porte al mondo esterno e attiva un processo endogeno cerebrale di grande valore: avviene un'attività plastica sui sistemi neurali, che consente una riorganizzazione strutturale dell'esperienza. Tecnicamente, a livello cerebrale, questo vuol dire che sono proposte nuove associazioni delle reti neurali, che evidenziano la creatività della mente. Nella fase non-REM, invece, manca questa processualità, avendo essa come sua caratteristica un fisiologico mantenimento della stabilità dell'organizzazione cerebrale. In sintesi potremmo dire che la fase non-REM è conservativa, mentre la fase REM sembra essere trasformativa.
Gli studi neuroscientifici erano già stati anticipati dall’intuito di uno psicoanalista inglese degli anni Cinquanta, di nome Wilfred Bion, secondo il quale il sogno era un'attività massimamente creativa.Chi non sogna non ha la possibilità di un cambiamento vero e proprio di sé, sosteneva Bion. L'assenza del sogno può verificarsi quando lo stato creativo della mente è parzialmente bloccato o del tutto inattivo. In un certo senso potremmo anche dire che chi non sogna ha paura di esistere ed esprimere se stesso.

Parlare, e il corpo?

Quasi sempre si sostiene che la psicoterapia, soprattutto analitica, sia fondata sulla parola. A mio modo di vedere questo è sbagliato e bisogna fare importanti precisazioni.
Potremmo dire che una psicoterapia analitica ben condotta funziona quando si sviluppa una connessione emotiva tra paziente e terapeuta. Potremmo dire che funziona quando il paziente sperimenta i propri vissuti, al di là della parola, vivendoli ed esprimendoli nella particolare relazione con il terapeuta. Contemporaneamente, nel tempo, il paziente diventerà capace di gestire i suoi vissuti emotivi anche attraverso la parola, la riflessione, la progettualità.
Il paziente non deve utilizzare la parola deprivata del suo vissuto emotivo. Se questo avviene e non viene tenuto in attenta considerazione, questa non è una psicoterapia analitica. La parola dev'essere al servizio del paziente e delle sue emozioni, non viceversa.
Anche se la persona è seduta o sdraiata sul lettino, questo non significa che il suo corpo sia fermo. Un po’ come quando si dorme: le funzioni vitali dell’organismo sono attive e in movimento. Anzi, sembra che durante il sonno, il corpo svolga importanti processi vitali fondamentali per l’organismo, come ho sottolineato nell’approfondimento I sogni.
Quindi potremmo dire che è il corpo il protagonista della psicoterapia.

Psicoterapia di gruppo

A partire dagli anni Cinquanta si svilupparono le ricerche più metodiche sui gruppi d'analisi, i cui pazienti erano i cosiddetti "nevrotici di guerra", cioè quei militari reduci dalla Seconda guerra mondiale. Gli analisti di gruppo più noti dell'epoca si scontrarono con la Società psicoanalitica, che riteneva elettiva esclusivamente l'analisi individuale.
Con il passare dei decenni si è scoperto che il gruppo rappresenta un importante strumento di trasformazione. Avvengono processi identificativi, scambi emotivi, un costante confronto tra i partecipanti, fenomeni questi già riconosciuti nell'analisi individuale. Nell'individuale come nel gruppo, si fa una nuova esperienza di sé attraverso la relazione con gli altri e con lo psicoterapeuta.
Il cambiamento di opinione relativamente all'analisi di gruppo è oggi talmente forte che esiste un'annosa e direi pressoché irrisolvibile bagarre tra analisti individuali e di gruppo. Personalmente ritengo entrambe le psicoterapie ugualmente valide e con i medesimi obiettivi.